Meeting dei giovani

A Monfalcone, in un meeting della Clape, si sono ritrovati molti di questi giovani che stanno vivendo la loro esperienza all’estero e hanno messo in luce la loro capacità di analizzare la realtà che stanno vivendo, dall’Inghilterra della Brexit, alla Germania, alla Spagna, al Belgio, all’Irlanda. Quando si parla dunque di seconde o nuove generazioni sempre più si deve guardare all’attualità e non alla memoria del passato. Ma i legami con le proprie origini restano uno dei loro valori. Conoscono diverse lingue, hanno un’alta formazione professionale, sono accomunati dallo spirito d’iniziativa: è questo l’identikit affine a tanti dei giovani che negli ultimi anni hanno lasciato il nostro Paese e vivono in altre realtà, in Europa, ma anche oltreoceano. Spesso hanno fatto una parte della loro preparazione scolastica nelle università straniere e a volte hanno colto un’opportunità che, in tempi di mobilità così facilitata, circola in rete. C’è chi dopo tante ricerche infruttuose di un lavoro adeguato, ha deciso di recarsi altrove, con la volontà di veder realizzate le proprie capacità e le proprie aspettative. Il fenomeno emerge perché le statistiche evidenziano la crescita di un flusso che ha assunto dimensioni significative. Il voluminoso quarto “Rapporto Italiani nel Mondo”, edito nel 2019, che conta oltre 500 pagine, 50 capitoli, molte tabelle statistiche realizzate da più di 60 autori, mette in luce che quando si parla di “seconde generazioni dell’emigrazione italiana” si deve intendere non solamente i figli o i nipoti di chi se ne è andato nell’Ottocento o nel Novecento, ma anche queste nuove dinamiche, di chi si non si sposta più con la valigia di cartone, ma con una consapevolezza nuova e diversa e con obiettivi ben focalizzati.